Solari tutto quello che dovresti sapere
Partiamo intanto col dire che l’abbronzatura, è un meccanismo di difesa della nostra pelle.
La tintarella tanto ambita è data dalla melanina, che quando ci esponiamo al sole, va a coprire il nucleo della cellula, per proteggerlo dai raggi uv e impedire che questi arrivino al dna, creando possibili mutazioni…
Purtroppo per tutti gli appassionati dell’abbronzatura, è giusto considerare il fatto che, l’agenzia internazionale sulla ricerca per il cancro, ha inserito i raggi UVA tra i cancerogeni certi…
E’ per questo che è fondamentale utilizzare una protezione adeguata!
Fatte queste premesse un po’ crude , per goderci il sole e ottenere un colore invidiabile e duraturo è sufficiente utilizzare un buon prodotto di protezione solare.
Solari, tutto quello che dovresti sapere
grazie ai filtri contenuti nei prodotti solari, infatti potremo esporci in totale sicurezza, e inoltre mantenere l’abbronzatura più a lungo!
Scopriamo cosa sono I filtri:
Iniziamo col dire che esistono due macro-categorie di filtri
1)filtri chimici, sono, molecole in grado di assorbire in modo selettivo le radiazioni ultraviolette. Il principio generale attraverso cui queste sostanze riescono a catturare i fotoni della radiazione ultravioletta si basa sulla loro stessa natura chimica, che consente di interagire con determinate lunghezze d’onda, e sul fatto che queste molecole sono dotate di doppi legami che, assorbendo l’energia, fanno assumere alla molecola una differente forma (isomerica).Questa energia verrà poi nuovamente ceduta sottoforma di calore o fluorescenza.
2)i filtri fisici,sono particelle di metalli pesanti che oppongono un vero e proprio schermo totale alle radiazioni UV, attraverso processi di riflessione e di diffusione delle radiazioni nocive, grazie alla loro opacità (ossidi di zinco, ferro, titanio, silicio, alluminio, talco).L’ossido di zinco e il biossido di titanio sono i due schermanti fisici più utilizzati e, anche se presentano differenze nell’aspetto e nel potere riflettente, sono accomunati da alcune proprietà, presentandosi infatti entrambi come polveri bianche inodore.Per migliorarne l’accettabilità cosmetica nei prodotti solari, queste sostanze vengono impiegate in una condizione di elevata micronizzazione in quanto ciò permette da un lato la trasmissione della luce visibile e dall’altro rende la preparazione invisibile sulla cute. Inoltre il biossido di titanio e l’ossido di zinco utilizzati nei prodotti solari sono spesso rivestiti con vari materiali, come silicone, acidi grassi e altri, per favorirne la dispersione all’interno del preparato.
Nelle formulazioni più recenti viene sempre più impiegata l’associazione tra filtri chimici e fisici che garantisce uno spettro di fotoprotezione sempre più ampio nella banda UVA e UVB, permettendo in questo modo di ridurre i rischi derivanti dall’uso di alte concentrazioni di filtri chimici.
due parole su queste benedette Radiazioni UV:
Anche qui ne abbiamo di diversi tipi, ma quelle che ci interessano di più, e hanno un maggior impatto sulla nostra “salute”sono le UVA e le UVB
Vediamo le principali differenze:
- I raggi UVB rappresentano circa il 10% del totale dei raggi UV che ci arrivano, hanno poca penetrazione, tendono infatti a non passare lo strato corneo della nostra pelle, ma proprio per questo sono quelli più “violenti”. Sono responsabili di scottature, eritemi e arrossamenti vari, anche con tempi di esposizione abbastanza brevi, soprattutto per alcuni fototipi.
- I raggi UVA invece rappresentano il 90% delle radiazioni UV e sono i più pericolosi, oltre che più “subdoli”, infatti sono completamente indolore, e a differenza degli UVB, riescono a filtrare attraverso nuvole e vetri, esponendoci quindi costantemente.
Inoltre oltrepassano i nostri cheratinociti, arrivando fino agli strati basali dell’epidermide, producendo radicali liberi, responsabili del fenomeno di foto-aging (ossia della formazione delle rughe) e soprattutto riescono a colpire anche il DNA cellulare , provocando delle mutazioni che alla lunga possono causare lo sviluppo del cancro della pelle.
Per questo motivo gli UVA sono finiti nella lista dei cancerogeni certi.
Se ti stai chiedendo, se solo i raggi solari sono dannosi, e puoi concederti qualche lampada, mi spiace dirti che purtroppo non c’è differenza per il nostro povero dna tra gli uni e gli altri…
Solari, tutto quello che dovresti sapere
Come scegliere il Spf più adatto, e soprattutto cos’è e cosa significa?
L’SPF è un numero che indica la capacità della crema di fermare le radiazioni solari uvb.
Il numero indica quanti raggi uvb arriveranno a contatto con la pelle e quanti il filtro contenuto nel solare riesce a “bloccarne”.
Per esempio una crema con SPF 6 lascierà passare 1/6 dei raggi uvb, ossia circa il 17% bloccandone quindi circa 83%.
Una crema con spf 30, invece lascerà passare 1/30 di raggi uvb pari a circa il 3% bloccandone il 97%.
Un spf 50 ne lascerà invece passare 1/50 pari al 2% bloccandone circa il 98% e così via…
La differenza come vedi tra un spf 30 è un SPF 50, non è poi cosi drastica…
La comunità europea, per tutelare il consumatore ha richiesto ai produttori di non superare il 50 come numero indicato in etichetta, aggiungendo al limite un + accanto al numero 50, per indicare protezioni con SPF piu alti.
Questo per evitare che il consumatore confonda un Spf 100 con una protezione totale, cosa che non corrisponde al vero e potrebbe trarre in inganno esponendolo a rischi!
Fino ad ora abbiamo parlato di fattori di protezione per gli UVB, ma per gli UVA? Sono gli stessi?
Purtroppo la risposta è no, per questo quando scegli una crema assicurati che sia presente anche la dicitura UVAPF, oppure che sia specificato che contenga un filtro specifico per i raggi UVA.
Pochissime aziende indicano il UVAPF, con un numero, per legge però se è riportato in etichetta il “bollino” UVA, il filtro deve essere pari ad almeno 1/3 del SPF…
quindi se una crema ha un SPF 30 e in etichetta reca la dicitura UVA, il suo UVAPF dovrà essere di almeno 10.
QUANTA CREMA UTILIZZARE PER UNA PROTEZIONE EFFICACE?
La risposta potrebbe non piacerti, ma affinché la protezione sia efficace e corrisponda al SPF riportato in etichetta, sono necessari, almeno 2mg di crema per cm2 di pelle.
Per farti un esempio su una donna di 1,60 sono necessari almeno 30ml di crema ad ogni applicazione…
Se non ti sembrano tanti, considera che applicando 30ml ad ogni applicazione, un flacone di solare mediamente di basterà per circa 7 applicazioni, e non due estati…
Se come la maggior parte di noi, anche tu applichi meno della metà della dose consigliata, sappi che la protezione che otterrai, non sarà la metà del SPF riportato in etichetta, ma sarà pari alla sua radice quadrata, quindi se stai utilizzando una crema con SPF 50 otterrai una protezione di circa 7,5…
Un consiglio pratico per ovviare al problema!
Per ovviare al problema delle quantità, perché effettivamente spalmarsi 30ml di crema ogni volta, risulta veramente poco agevole, puoi provare in questo modo, ossia applicare la crema prima di scendere in spiaggia e successivamente riapplicarla non appena arrivi al mare.
Secondo gli ultimi studi, e test effettuati è il modo per ottenere la maggior protezione possibile!
Dopodiché è consigliato riapplicare la crema ogni 3h, anche in quantità più ridotte rispetto a quelle raccomandate.
Queste indicazioni valgono, ovviamente, se nelle 3 ore non facciamo un bagno in mare…
Infatti nonostante le formulazioni più recenti dei solari tendano a renderli altamente perfomanti, anche in presenza di acqua, grazie all’utilizzo di SILICONI ad alto peso molecolare che riescono a dare una capacità filmogena/barriera, si riesce ad ottenere un effetto water resistant e non un water proof completo…
Questo vuol dire che purtroppo l’acqua tende ad asportare parte del prodotto, soprattutto se il bagno viene protratto nel tempo!
Un bagno medio tra i 15 e 20 minuti riduce di più della metà l’ SPF, del nostro solare…
Quindi soprattutto sui più piccoli facciamo attenzione e ricordiamoci di riapplicarlo con assiduità.
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