CELLULITE: AUTOCURA DOMICILIARE

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Nello scorso articolo abbiamo trattato l’importanza dell’autocura, in questo parleremo di trattamenti specifici anti cellulite, conosciuti anche come trattamenti d’urto.

Il primo passaggio che accomuna ogni protocollo operativo è l’esfoliazione, più noto come scrub.

Lo scrub, prepara la pelle al trattamento, favorisce la penetrazione dei cosmetici, leviga la cute perché favorisce l’allontanamento delle lamelle cornee; queste cellule morte, quando si stratificano eccessivamente, sono le responsabili del grigiore e della ruvidità cutanea e inibiscono notevolmente la penetrazione degli attivi contenuti nei cosmetici.

In commercio esistono diverse formulazioni e texture di esfolianti che si classificano principalmente in:

  • meccanici, quelli meccanici sono a base di semi macinati (ad esempio albicocca, nocciolo), microsfere di polietilene, quarzo, sale. Appartenente a questa categoria vi consigliamo lo scrub salino con olio essenziale di arancio della line BENEXERE, ottimo come cheratolita consente di aumentare l’ossigenazione dei tessuti
  • enzimatici, gli enzimatici agiscono per mezzo di enzimi principalmente di papaya e ananas. In questa categoria vi segnaliamo il peeling agli A.H.A. della line BENEXERE, ottimo come stimolatore del turn-over cellulare
  • chimici,  come ad esempio peeling a base di acido glicolico o acetelsalicilico.

Premesso ciò, cosa si può utilizzare per il trattamento specifico?

In campo estetico sono ampiamente utilizzati fanghi e bendaggi.

– Il fango è costituito da una componente solida ed una liquida; la parte liquida è l’acqua, quella solida è per lo più componente inorganica costituita da argilla, ad esempio caolino e bentonite.

– I bendaggi elastocompressivi sono effettuati mediante l’utilizzo di bende, da imbibire con apposite soluzioni, o confezionate in monouso e pronte per l’applicazione; le fasce sono solitamente di cotone leggero elasticizzato che devono avvolgere e comprimere la zona con adeguata pressione per favorire il drenaggio. Tra i bendaggi già imbibiti, vi consigliamo:

  • bende con sale del mar morto con spiccato effetto drenante bendaggi sale del mar morto  (vedi approfondimento sul sito, linea benexere bendaggi sale del mar morto)
  • bende con fosfatildicolina, olio essenziale di ginepro, menta e estratto di ginseng, effetto dimagrante (vedi approfondimento sul sito, linea benexere bendaggi alla fosfatildicolina)
  • bende termoriscaldanti con composto iodato, metil nicotenato, estratti di capsico, timo e ippocastano (da utilizzare solo su un tessuto sano, e non in presenza di compromissione dei capillari o di varici)

Da sole o inserite nei cosmetici per fanghi o bendaggi, trovano largo utilizzo anche le alghe, molto efficaci in virtù della composizione particolarmente ricca di vitamine, sali minerali, proteine e acidi grassi essenziali.

Le alghe sono classificate a seconda del pigmento che contengono in verdi, brune, rosse, azzurre.

Per il trattamento della cellulite è utilizzatissima l’alga bruna Fucus Vesciculosus, detta anche Quercia Marina; l’elevato contenuto di iodio, che è un “mobilizzante” del tessuto adiposo, conferisce a questa sostanza la vantata azione riducente.

I trattamenti di fangatura e bendatura svolgono numerose azioni, le più importanti sono:

  • drenante
  • detossinante
  • stimolante del metabolismo e della circolazione
  • ridensificante
  • idratante

L’azione del cosmetico dipende dai “principi attivi” inseriti nella formulazione (edera, betulla ippocastano, centella asiatica, rusco, vite rossa, guaranà, cacao…vedi articolo precedente), e dal possibile effetto caldo o freddo che può rilasciare il cosmetico.

La proprietà riscaldante è data da sostanze capaci di attivare la circolazione locale come cannella, pepe nero, rosmarino, canfora, zenzero, metil-nicotenato, caffeina, capsicina. Le sostanze ad effetto freddo, come il mentolo, favoriscono la vasocostrizione ed il drenaggio, grazie ad un meccanismo che attiva i recettori cutanei del freddo e “inibisce” quelli del caldo.

Il trattamento ad effetto freddo raramente trova controindicazione, diversamente da quello a caldo che non rappresenta la scelta elettiva per il trattamento della cellulite. Il motivo è che nella PEFS sono spesso presenti edema, insufficienza venosa e visibili alterazioni della circolazione (teleangectasie, microvarici, varici); il calore induce vasodilatazione ed aumenta la permeabilità vasale con ulteriore aggravamento della condizione edematosa, più nota come ritenzione idrica.

I trattamenti anticellulite inducono effetti locali e generali; gli effetti locali originano da stimoli indotti nella sede di applicazione, quelli generali determinano una risposta di tutto l’organismo. Tuttavia per trovare reale efficacia si deve prevedere un ciclo di almeno 8/10 trattamenti, con sedute ravvicinate ed associate a massaggio che ha lo scopo di allontanare i cataboliti, prodotti di scarto del metabolismo, che aumentano con il trattamento.

Riassumendo, per un corretto trattamento urto, le fasi sono le seguenti:

  1. scrub, per rimuovere cheratoliti, ossigenare i tessuti, e migliorare l’assorbimento degli attivi contenuti nei cosmetici
  2. fango o bendaggio, caldo o freddo a secondo dello stato del derma
  3. massaggio per allontanare i cataboliti creati dal trattamento
  4. crema, possibilmente rassodante per concludere

Sempre in merito ai trattamenti d’urto vi invitiamo alla lettura del prossimo articolo in cui argomenteremo le tecnologie elettroestetiche maggiormente indicate per il trattamento dei principali inestetismi associati alla cellulite e alle adiposità localizzate.

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