ADIPOSITA’ LOCALIZZATA E CELLULITE

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ADIPOSITA’ LOCALIZZATE E CELLULITE…

LO SAPEVI CHE?

Quale donna non presenta inestetismi su gambe, glutei o addome?

Ne sono affette tutte in proporzione variabile, per fattori genetici, ormonali e per il proprio stile di vita.

Le affezioni maggiormente riscontrate sono le adiposità localizzate e la cosiddetta cellulite, condizioni che pur avendo un’origine completamente diversa si manifestano più concomitanti che isolate.

Dal tessuto adiposo originano, per aumento di volume delle cellule adipose, le adiposità localizzate e, per alterazioni del microcircolo, la cellulite.

Il tessuto adiposo o sottocutaneo è localizzato al di sotto dell’epidermide e del derma, ed è costituito da cellule ricche di grassi, gli adipociti, riuniti in grappoli (lobuli) inseriti in un reticolo di fibre di collagene; l’ambiente è irrorato da un microcircolo capillare che fornisce il corretto scambio metabolico tra cellula e liquido interstiziale (soluzione acquosa presente fra le cellule di un tessuto).

Gli adipociti sono il nostro magazzino ed il loro metabolismo è regolato dal fabbisogno corporeo. Da tali cellule l’organismo attinge o accumula; si attinge se il dispendio calorico è maggiore rispetto alle entrate (dimagrimento), si accumula se l’assunzione di calorie supera il fabbisogno corporeo e quindi l’eccesso è convertito in trigliceridi (grassi) ed accantonato all’interno della cellula adiposa (aumento di peso).

L’eccesso volumetrico, noto come adiposità, si localizza in zone differenti in base al sesso ed alla conformazione; nella donna le zone elettive delle adiposità localizzate sono l’interno coscia, l’interno ginocchio, i fianchi, l’esterno della coscia detta anche regione trocanterica, e l’addome.

Tuttavia nella sola adiposità localizzata, il tessuto sottocutaneo seppur abbondante è in salute, appare omogeneo e caldo al tatto, aspetti di un efficiente microcircolo e scambio metabolico; ma in realtà nella grande maggioranza dei casi la situazione si altera  poiché si innesca un circolo vizioso in cui le cellule adipose abbondanti in volume comprimono i capillari e “strozzandoli” si determina un rallentamento del microcircolo con alterati scambi e ristagno di prodotti di scarto (cataboliti) che non vengono correttamente allontanati dal liquido interstiziale e si accumulano determinando l’insorgenza del primo stadio della cellulite, l’edema.

L’edema noto come gonfiore o ritenzione idrica, è un accumulo di liquidi negli spazi interstiziali del tessuto sottocutaneo. E’ causato da un’alterazione del microcircolo che trae origine da varie motivazioni legate ad esempio al ciclo mestruale, alla postura, al tono venoso, all’utilizzo di tacchi, indumenti stretti, assenza di attività fisica.

In questa primo stadio la condizione edematosa con il ristagno di tossine determina l’allerta del sistema immunitario a cui segue un processo di tipo infiammatorio; si innesca quindi la formazione del cosiddetto micronodulo, che si può descrivere come un alterazione del network delle fibre di collagene che coinvolge adipociti e vasi sanguigni; tale processo è noto come il secondo stadio: la fibrosi.

Ormai innescatasi la fibrosi, i micronoduli aumentano di numero e confluiscono in macronoduli dando luogo al terzo stadio noto come fase sclerotica.

Una volta innescatosi, il processo è irreversibile e degenerativo nel lungo periodo; la cellulite peggiora infatti con gli anni, ed il suo tipico aspetto a buccia d’arancia dapprima si riscontra solo con la manovra del pinch-test (pizzicotto), e successivamente diviene visibile anche senza plicare il tessuto a dimostrazione del peggioramento della fibrosi del tessuto che culmina nelle placche sclerotiche presenti negli stadi più avanzati.

Il termine cellulite è adottato nel linguaggio comune in realtà è proprio nel suo acronimo scientifico PEFS (panniculopatia edematofibrosclerotica) che si comprende quanto esposto in precedenza, infatti panniculopatia intende una sofferenza del tessuto adiposo che origina con l’edema, evolve in fibrosi e termina in sclerosi.

Per le modalità di trattamento vi invitiamo alla lettura del prossimo articolo.

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